// Riassunto Storia razza Elfica//

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  1. Cryzz
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    [// Facendo una ricerca tra i documenti di razza in gioco e giocati (leggendo le varie rol in archivio del circuito)

    Ho ritratto un sunto della Storia Elfica dalla nascita sino alla situazione attuale; qualora si vorrebbe aggiungere qualcosa o approfondire qualche passaggio ben venga, ma essendo collocato in un contesto storico giocato, trovo disdicevole cancellare e/o modificare la storia, poichè questo significherebbe cancellare/modificare anche il giocato dei personaggi e la cosa PROPONGO si evitasse ^-^

    Tuttavia NON è una proposta organizzativa, NE proposta evolutiva di razza, (non è compito mio) SOLO un riassunto storico dalla nascita sino alle riforme e miglioramenti in atto....//]


    All’inizio tutti gli elfi vissero insieme come un unico popolo e tra loro non vi era alcuna distinzione; tuttavia molti preferivano risiedere nei boschi e contemplare la natura; altri costruivano villaggi nelle radure, erano austeri e legati all`etichetta e alla forma; altri ancora abitavano sulle montagne, tra le grotte e dentro di esse costruivano le abitazioni in cui vivere. Tra le comunità non vi era alcun segno d`intolleranza, né sintomi d`inimicizie o incomprensioni: tutti si prestavano per la pace e la giustizia, come pure per il bene comune e l`aiuto reciproco.
    Con il passare dei secoli però, le tre comunità elfiche cominciarono a differenziarsi l`una dall`altra per usi e costumi, modo di pensare e di agire; mentre gli individui all’interno di ciascuna comunità diventavano sempre più conformi, sia fisicamente sia mentalmente. In particolare quelli che vivevano vicino alle montagne e nelle grotte, sebbene inizialmente parlassero di giustizia e di pace, alla parola giustizia accostavano sempre più spesso le parole severità e forza, a pace sostituivano predominio. Fu così che nacquero le tre stirpi che oggi abitano le Terre. Con la divisione dell`ideologia elfica in usi e costumi radicalmente diversi, questo popolo si è suddiviso in distinti regni separati guidati da grandi famiglie:

    ELFI ALTI

    Regno di Ardriin - Casato dei Aranye

    Situato nella valle della Luna, Ardriin è un regno alto elfico di piccole dimensioni, coperto perlopiù da una fitta selva che racchiude al suo interno un grande lago, sulla cui sponda est nasce il villaggio degli alti. A breve distanza dai suo confini vi è il regno dei silvani. Le due corti anni prima una volta si sostenevano a vicenda, poi i silvani hanno iniziato a permettere l`accesso ai loro territori anche ad altre razze amiche. Questo è stato visto come oltraggioso per la Dea da parte degli Alti, più puristi e altezzosi, che hanno prima discusso quindi interrotto i loro legami con il regno dei silvani.


    REGNANTI:


    Nome: Mirìel di Ardriin (trad. Gioiello)
    Anni: 280


    Regina eletta (da un consiglio di nobili che si riunisce ogni 50 anni o alla morte della regina), fertile madre della principessa Estele, del principe Canyaner e del principe Thingol (evento raro avere tre figli per gli elfi), i quali si vocifera possano essere eletti al suo posto.

    Vedova di Aegnor (anziano nobile ma non di discendenza reale, ricopriva quindi solo una figura di rappresentanza nella società), sposato per obbligo, morto per anzianità pochi mesi prima dell’arrivo a Dor-Galadrym.


    Regno di Midheel - Casato dei Sùrion
    Situato a nord delle terre di Ares,
    al centro di un’oasi rigogliosa e verdeggiante circondata dal crudele deserto, il regno vive da quasi due secoli un periodo di pace e serenità, dopo la violenta guerra contro delle immonde creature di Tiamath, inviate dal Dio stesso per tentare di annientare la stirpe.
    Grazie all’abilità militare elfica e alla profonda e radicata arte mistica, i Sùrion uscirono vittoriosi dal conflitto, dando inizio al periodo più lungo di pace che ogni elfo possa rimembrare.
    Proprio per questo, il popolo di Midheel è restio ai cambiamenti e a tutto ciò che possa anche solo minimamente modificare questa sua posizione di benessere.

    REGNANTI:
    Nome: Camthalion dei Sùrion
    Anni: 330

    Aran dall’età di 92 anni. Il suo volto ha pressoché sempre un’espressione grave ma bella. Nessuna traccia d’età, salvo forse la profondità dei suoi cerulei occhi, penetranti come lance, eppur impenetrabili, abissi di arcaici ricordi. I capelli sono di un oro intenso, lunghi e lucenti. Ha un portamento nobile ed austero, a volte fin troppo severo verso coloro che non appartengono alla sua stirpe, ma sempre disponibile ad ascoltare ogni richiesta del suo popolo e grande dispensatore di consigli paterni. Nei confronti della sua famiglia è amorevole e molto premuroso, anche se spesso gli impegni reali gli lasciano poco tempo a disposizione da passare con la moglie e il figlio minore.

    Amante delle tradizioni e saldamente convinto dei doveri di ogni regnante, non ammette da nessuno anche la più piccola azione se questa può ritorcersi contro il bene del popolo stesso. Difficilmente apparirà alterato esteriormente, ma i Muindor percepiscono sempre benissimo, per quella comunità di sangue e di spirito che li caratterizza, quando sentimenti temporaleschi albergano nello spirito del loro Aran.

    La figlia maggiore è Silmarwen dei Sùrion, la quale ha lasciato Midheel in giovane età per intraprendere un lungo viaggio che ha trovato il suo compimento a Dor-Galadrym.

    - Consorte del Re
    Nome: Gilraen dei Sùrion
    Anni: 310

    Delicata ed esile elfa dai lunghi capelli color dell’argento liquido quasi sempre raccolti in numerose trecce elegantemente incastrate tra di loro a formare una complessa capigliatura, impreziosita da un fine e semplice diadema dorato.
    I lineamenti del volto appaiono ormai maturi e le piccole, ma presenti, rughe paiono esprimere secoli interi di ricordi ed emozioni interiori, così come i profondi occhi smeraldini.
    Affianca spesso il consorte nelle più importanti occasioni diplomatiche ed il suo consiglio è sempre ben accetto e tenuto in alta considerazione.
    E’ anche un’ottima amministratrice delle mura domestiche.



    ELFI SILVANI
    Regno dell`Ossiriand tra le montagne dei Draghi - Casato dei Laiquendi


    Gli Elfi Verdi, anche detti Laiquendi. E’ una stirpe che vive esclusivamente nella selva dell’Ossiriand alle montagne dei Draghi riuniti in un unico regno dal numero davvero esiguo di componenti, se si pensa che il casato coincida anche alla stirpe. Discendono dal medesimo ceppo dei silvani, quindi sono strettamente legati alla natura, vivendola nella sua forma più antica ed intima, vivono in simbiosi totale con l’acqua e non c’è miglior conoscitore di loro della flora e della fauna tra i fratelli elfi.

    Formano una popolazione particolarmente chiusa che diffida di ciò che accade all’esterno, compreso gli altri elfi. E’ profonda la convinzione che questa chiusura preservi non solo le loro più antiche usanze, lasciandole incorrotte dall’ammodernamento e dai contatti con altre razze, ma è anche il loro modo di identificarsi e riconoscersi. La tradizione, la storia, la memoria e tutto ciò che si tramanda di padre in figlio ha un’importanza eccezionale in cui ruota intorno tutto il modo di fare e credere di questo popolo. Vivono in stasi, con la mente sempre rivolta al passato che viene confrontato con i brevissima passi fatti nel presente.
    Tale chiusura è anche la condanna per i Laiquendi: la razza già di suo poco feconda e la consanguineità causa nascite sempre meno frequenti, i bambini così diventano il tesoro più prezioso dell’Ossiriand, così come le elfe feconde.

    REGNANTI:
    - Re dell’Ossiriand
    Nome: Nordoyaar dei Laiquendi (trad. antica quercia)
    Anni: 350

    Nonostante la soglia della vecchiaia sia stata varcata, è lontano dalla corruzione delle carni tipico negli elfi prossimi alla fine dei loro giorni, dimostra l’aspetto di un elfo maturo segnato dall’esperienza. I capelli lunghi, sempre curati ma mai tagliati, dal colore castano scuro così come la pelle brunita come una corteccia. Gli occhi color nocciola, ancora vividi ed attenti. Ha un portamento cadenzato e deciso dimostrando tutto il vigore che dovrebbe avere un valido regnante, nonostante sappia dimostrare al momento opportuno anche dolcezza profonda come un padre protettivo per tutti i suoi fratelli.

    Tiene enormemente alle tradizioni, ne fa caposaldo del suo modo di regnare e delle decisioni intraprese, preferendo dimostrare sempre l’esperienza emarginata e del tutto personale della stirpe Laiquendi rispetto a quella vissuta dalle altre casate e regni elfici. E’ intransigente riguardo quelle regole non scritte che si tramandano di generazione in generazione, verso tutto ciò che è il passato, radici profonde del presente.

    Nel privato si distingue come persona umile, devoto particolarmente alla sua famiglia, il tempo libero preferisce passarlo con i suoi figli e la moglie, conscio che presto potrebbe arrivare il tempo della propria decadenza.

    - Moglie del re
    Nome: Wenyarin dei Laiquendi (trad. verde, fresca rugiada)
    Anni: 194

    Elfa adulta immortalata in una beltà graziosa ma non appariscente, delicatezza rara nell’animo e nell’aspetto. Un biondo morbido, occhi dal verde languido, ovunque lei sia presente si diffonde il profumo dei muschi e dei licheni umidi. Preferisce la vita privata della propria casa, sebbene situazioni di rappresentanza e l’età avanzata del marito portano a stargli quanto più vicina possibile a lui. Discreta e riservata è probabilmente la figura meno visibile della corte del regno dell’Ossiriand. Si sa che sia una profonda amante dell’arte ed oramai avendo il figlio adulto dedica il più del tempo in creazioni artistiche di ogni genere con le quali adorna gli alloggi reali, difficilmente esponendoli pubblicamente.


    Regno di Mar-Diler - Casato dei Fairie

    Situato a Sud-Est delle terre di Ares, terra rigogliosa e ricca di frutta e vegetazione, rinomata per la produzione d’un particolare vino. Negli ultimi anni il Regno ha però subito una serie di eventi che lo hanno portato a mutare talune attività. In particolar modo, tre anni or sono, una guerra particolarmente violenta, scaturita dalla bramosia del vicino popolo umano, intenzionato a conquistare parte delle terre appartenenti al popolo di Mar-Diler, ha causato la distruzione di parte della Selva e la morte di molte creature, compreso l’allora Taar Meldon. Con l’elezione di Eruannon e la riorganizzazione dell’esercito, il popolo di Mar-Diler è riuscito a scacciare gli invasori.

    In seguito a tale tragedia il popolo si è immediatamente adoperato per ripristinare il vigore di un tempo, rafforzando le attività di coltivazione e di produzione, ma allo stesso tempo rafforzando l’esercito, seguendo la mentalità più militare del nuovo Taar. Ciò non toglie comunque un gran legame con il Credo e le tradizioni. Mentre, infatti, i maschi vengono orientati alle arti belliche, le femmine fin da piccole, vengono affidate all’alta sibilla che insegna loro valori e tradizioni.


    REGNANTI:
    Taar (re)
    Nome: Eruannon dei Fairie
    Anni: 210

    Eletto solo da pochi anni guida del suo popolo, ha vissuto circa 210 primavere. Il fisico asciutto, ma robusto, racconta di un passato da guerriero prima che da guida del suo popolo. Abbastanza alto per essere un silvano (poco meno di 1,80 m), avvezzo all’uso delle armi, tra tutte predilige l’arco. I grandi occhi scuri, vispi e loquaci, spiccano sull’ovale dalla carnagione olivastra, accerchiato da lunghi capelli castano scuro, tenuti sempre in ordine con una coda bassa.

    Considera ogni creatura del suo popolo alla stregua di un suo fratello, pronto a difenderlo e a guidarlo. Prova bassa stima per le creature non elfiche, in particolar modo per gli umani. Acuto e intelligente, uno stratega seppur a volte istintivo ed avventato. Eruannon è un guerriero, legato a valori quali la fedeltà, le lealtà e il coraggio. Secondo lui in un esercito ognuno è parte di un tutto, e l’assenza di una parte, in particolar modo della guida, determina un sicuro fallimento di tutto il gruppo.



    La storia nei secoli
    Per secoli si succedettero innumerevoli guerre tra gli elfi e gli orchi, ma grazie alla collaborazione delle comunità elfiche, questi riuscirono sempre a costringere i nemici a ritirarsi nelle loro lugubri paludi.
    Ma la pace venne infranta proprio dall’interno: un’elfa delle grotte, guidata dalla malvagia Emplèria, colei che divenne poi la Dea Lolth, cominciò a rapire dei bambini dalle comunità boschive e dai villaggi, per poterli sacrificare alla Dea. Gli altri elfi riunirono così un contingente armato e si recarono alle grotte per rivendicare giustizia. Lo scontro fu inevitabile e molti elfi delle grotte perirono.
    Al termine della battaglia gli elfi di superficie stabilirono che quel giorno doveva essere ricordato come il giorno della divisione e che doveva servire da monito a chiunque proteggesse i malvagi e cercasse di camuffare la giustizia con l’arroganza e la tolleranza con l’esasperata severità, e fecero ritorno alle loro dimore.
    Gli elfi delle grotte superstiti si rifugiarono nelle profondità delle montagne, dove, nel frattempo, Emplèria aveva ottenuto pieno potere grazie agli innumerevoli sacrifici. Nacque così la stirpe degli Elfi Drow.

    Intanto gli elfi di superficie si differenziarono sempre di più. Da un lato gli Elfi Alti, che ricercavano più di tutti la perfezione e la potenza. Erano i più devoti agli dei, ma distrussero grandi foreste costruendo al loro posto città meravigliose agli occhi ed equipaggiarono i più grandi eserciti con cui combatterono contro gli orchi dato che erano convinti che quella fosse la missione della razza elfica, il solo modo per elevarsi agli occhi dei loro progenitori e riuscire ad eguagliarli.
    Dall’altro lato sorgevano invece le città degli Elfi Silvani la cui architettura si era sviluppata in modo da adeguarsi alla vegetazione piuttosto che sostituirla. Questa stirpe elfica era la più legata alle sue radici e quella che lentamente si ritirò dallo scontro con le orde di orchi in quanto credevano che tutte le razze viventi dovessero avere la possibilità di prosperare nei limiti delle proprie possibilità e la razza degli orchi era al pari di una specie di pericolosi predatori secondo questa loro visione. Si isolarono a tal punto che ci furono tempi in cui gli altri elfi persino si dimenticarono della loro esistenza. Poterono così prosperare in pace mantenendo regni piccoli, indipendenti tra loro e difesi dalla natura stessa.

    Gli Elfi Alti iniziarono allora ad osservare le culture che nel frattempo stavano nascendo attorno a loro. Osservarono l`arrivo degli Angeli, dei Demoni, dei Troll, dei Vampiri, delle Fate, dei Folletti ed infine degli Umani.
    Ben presto si trovarono soppiantati dall`intraprendenza e dalla numerosità della razza umana e lentamente si sparpagliarono per le Terre Invisibili o migrarono per costruire regni distanti dove preparare le loro forze ad una nuova guerra contro gli orchi.
    Quelli rimasti iniziarono a costruire villaggi più modesti nelle radure all`interno di boschi sicuri cercando di ritrovare ciò che avevano perduto nel corso di secoli di lotte, riavvicinandosi ai loro fratelli, gli Elfi Silvani. Nel frattempo quest’ultimi, allontanati anch’essi dalle asce degli umani e dei nani, si ritirarono sempre più in profondità nei boschi, stabilendosi nel cuore di Dor-Galadrym.

    Per secoli gli elfi furono nient’altro che piccole comunità, ombre delle magnifiche dinastie di un tempo. Ma fu la Pioggia di Meteoriti ad annientare quasi completamente questa razza.
    Entrambe le corti furono distrutte e solo pochi elfi sopravvissero in entrambe le stirpi. Fu così che decisero di unirsi nuovamente, per poter affrontare le avversità. Unendo le forze ricostruirono una città ed iniziarono a vivere pacificamente nella loro amata Dor-Galadrym.



    LA GRANDE CAPITALE DEL CONSIGLIO ELFICO


    Dor-Galadrym capitale pulsante dell`alto consiglio elfico era situata nel cuore della Selva Elfica protetta dall`esercito elfico raccoglieva al suo interno tutta la sapienza e l`alto consiglio di razza. Capitale di carattere neutrale ha da sempre posto al tavolo della seduta i maggiori esponenti delle grandi famiglie elfiche, questo per preservare da sempre e per sempre il retaggio e la preziosa razza; tuttavia le trame di potere non sono mancate all`interno della capitale e questo ha permesso alle Grandi famiglie un susseguirsi di complotti e intrighi politici che hanno portato alla caduta del Consiglio;



    Ritornare un popolo solo
    Questa rovinosa caduta ha infine influito sulle sorti del popolo, segnate dalla catrastofe naturale (meteore) che colpendo la capitale ha raso al suolo il Palazzo di Dor-Galadrym dando così un profondo scossone agl`elfi costretti per la salvaguardia della razza a ritornare un`unico popolo seppur abbiano mantenuto le proprie origini. Tuttavia Solo i silvani sapendo reagire e assestare la preziosa razza elfica, hanno preso in mano le redini e la sorte di questo popolo; Estelrom decade. E rinasce la Corte Silvana che riunisce tutte le fazioni elfiche e le grandi famiglie sotto

    L`UNICA guida di Kelt e Syrween nella Selva elfica.
     
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  2. Hengalion
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    Passavo di qua per caso e leggendo questo documento non posso trattenere un sorriso.
    Buffo come il 99% di quanto ci sia scritto sia stato ideato da Silmarwen per giustificare la sua elezione a regina degli elfi e per quanto sia stato "giocato" lo è stato fatto a discapito di quanto esisteva prima della formulazione di questi documenti.
    Similmente è buffo che la razza elfica sia tornata ad essere una sola ed unita in intenti ed atteggiamenti già da tempo prima di quanto sia stata creata "Estelrom" e il tutto era un formalismo puramente estetico e lievemente caratteriale annullato i seguito dall'intento di Kelt di gestire SOLO il ramo silvano a "discapito" degli elfi alti.
    Queste grandi famiglie (create sempre da Silmarwen per dare spunto a chi non sapeva che scrivere nel BG) non hanno fatto parte del consiglio fino a quando non c'è stata quella necessità dato che, fino ad allora, Dor-Galadrym era sempre stato considerato il regno più forte tra gli "eventuali" reami elfici terricoli (mai giocati tra l'altro).

    Ho letto infine, e la cosa mi fa sorridere questa volta però amaramente, che quanto Auror e lo staff decisero, arbitrariamente e per calunnie, di dimettermi è stato scritto che io abbia "tradito" la corte elfica. In realtà io dieci "precise" istruzioni circa il mio allontanamento e sarebbe carino che, dato che questo è stato effettivamente giocato, qualcuno se lo ricordasse e che il mio nome non sia solo legato a due articoletti che Silmarwen non ha cancellato perchè li trovava utili e che non erano neanche miei...

    Questa è la missiva di saluto

    Muindyr e Muinthyl carissimi,
    figli della Grande Madre Elynrien. Vi scrivo in un momento di profondo dolore per me e per la corte tutta.
    Mi sono giunte notizie dalla mia terra natale, Ithilgard, di un morbo magico che sta decimando la popolazione del regno e tutti i miei familiari si trovano in pericolo. Farei un grave torto a loro, ad Elynrien e a voi tutti se non rispondessi a questa richiesta e dato che non sono a conoscenza del tempo che sarò costretto a rimanere lontano da Dor-Galadrym mi trovo costretto a rimettere l'incarico di Aran che mi fu affidato tempo addietro nelle mani dell'autorità che me ne fece carico ossia il Consiglio Elfico di Dor-Galadrym.
    So che molti di coloro che un tempo furono presenti alla fondazione della nuova corte e che a quell'epoca sedevano in questo Concilio ora si sono allontanati ma confido che i membri attuali, seppur pochi, riescano nell'arduo compito di trovare una persona che possa prendere il fardello che fu mio e condurre il Popolo verso uno splendido tramonto. Forse in molti non comprenderanno il senso delle mie parole ma è innegabile che ormai la nostra razza si sta allontanando da queste terre preferendo la quieta pace dei luoghi immortali che tempo immemore fa furono create per essere la nostra Terra Promessa, lontano dalle razze che possono corrompere i nostri spiriti; questo è l'Era degli uomini mortali e noi siamo semplici osservatori, Custodi di un tempo che fu nostro e di una saggezza che forse potrà salvare le generazioni future dalla distruzione di questo mondo. Non molto tempo addietro Silvani ed Alti erano divisi in queste Terre ma ora sono uniti sotto il vessillo di Dor-Galadrym e per il bene del Popolo faranno il necessario per scegliere una guida adeguata alla nostre comuni aspettative.
    Possa la Grande Madre proteggervi, guidarvi ed illuminarvi lungo il cammino. Possa il vento accompagnare i vostri passi e le stelle benedire il sentiero che ora vi trovate a percorrere e possano i Fairi tutti concedervi i doni immortali indispensabili per questo ultimo atto.
    Lasciate da parte arroganza, supponenza ed alterigia, hanno annientato i nostri padri e faranno lo stesso con noi se coinvolti da diatribe ancestrali dimenticheremo qual'è il nostro vero e finale destino.

    Hengalion Imraendel di Ithilgard


    e vi aggiungo anche la giocata, fatta il 26 Giugno 2011


    Hengalion [Alloggi dell'Aran] le sue stanze nel Palazzo del Consiglio sono quasi del tutto vuote, gli oggetti sono sistemati in ordine dentro casse di legno impermiabilizzate con la pece. L'ultimo oggetto ancora al suo posto è una scultura in legno di betulla raffigurante una città con numerose torri. <ithilgard> sospira prendendo in mano la scultura e rigirandosela tra le mani <sto per tornare a casa> lentamente compare sul suo volto un sottilissimo sorriso che poco a poco scompare per lasciare spazio ad una nota di tristezza. Ruota verso l'ultima scatola aperta e con estrema delicatezza sistema l'oggetto all'interno della scatola quindi un membro della sua guardia personale la chiude con attenzione. <portate la scatola con le altre mie cose alla barca sull'Ithilien. La partenza è ormai immediata> si passa la mano destra tra i capelli dietro l'orecchio e si ferma per osservare un ultima volta quel luogo.
    Leithian [esterno alloggi dell'Aran] attende, l'Alto, di fronte alla porta degli alloggi dell'Aran. Indossa abiti lunghi e chiari da studioso, fortunatamente non macchiati d'inchiostro come spesso accade. Non parla, rimane semplicemente in piedi. In mano stringe la missiva con cui l'Aran l'ha convocato, al collo porta il ciondolo regalo della moglie Rubinia che simboleggia tutta la sua famiglia. Un sospiro, poi bussa. Tre volte, un tocco leggero ma ben udibile per orecchie elfiche.
    Hengalion [Alloggi dell'Aran] torna verso lo scrittoio e dopo aver preso una sottile pergamena di papiro ed un calamaio inizia a scrivere due differenti missive. Fa tutto con calma innaturale quasi cercasse di rimandare quel momento il più possibile. Volta lo sguardo verso il centro degli alloggi dove si trova la corazza di Galvorn appartenente al Sovrano di Dor-Galadrym, sistemata su un manichino di legno in posa. Non appena sente bussare sposta la sua attenzione verso la porta d'ingresso <prego venite avanti Muindor Leithian vi stavo giusto aspettando> la voce cerca di mantenersi il più possibile bassa e costante ma a tratti non riesce a celare la sua preoccupazione e malinconia.
    03.17 [Segretario del Re (Alto)] Leithian [Rector Ducati] [esterno alloggi dell'Aran] (apre la porta senza entrare per qualche istante, poi muove qualche passo all'interno degli alloggi) Mae Govannen et Toged, mio Aran. Ho ricevuto la vostra missiva e come sempre sono a vostra disposizione (rimane praticamente all'ingresso, spostando lo sguardo per gli alloggi; avverte grazie a quel legame tipico della loro razza, la preoccupazione e la malinconia che la voce di Hengalion cerca di celare) che cosa accade, mio Aran? (forse è proprio grazie a quel legame che pone questa domanda)
    Hengalion [Alloggi dell'Aran] continua a scrivere per alcuni minuti mantenendo tranquillità e una mesta serenità. Appare in pace come mai da alcuni mesi a quella parte, si lascia sfuggire di tanto in tanto un tenue sorriso colmo di vergogna. <quanto vi sto per dire Muindor è qualcosa di oltremodo grave e sono certo che avrà delle ripercussioni molto forti nel futuro più prossimo ma sono certo che con il vostro aiuto e con quello degli altri membri di questa corte i tempi bui finiranno e su Dor-Galadrym regnerà nuovamente la pace> fa una pausa e terminato di scrivere chiude con il suo sigillo personale le pergamena e le porge entrambe a Leithian. <in queste missive vi sono le mie decisioni circa i miei obblighi presso gli abitanti di Dor-Galadrym e presso quanti dimorano nel Libero Ducato, ossia le mie cariche di Aran e di Presidente del Concilio delle Razze.> lascia passare qualche istante in modo che le sue parole siano perfettamente chiare a Leithian <cause di natura personale delle quali non parlerò a meno che non insistiate mi costringono ad abbandonare questi luoghi e fare immediato ritorno nella mia città natale, ormai è molto tempo che ne sono lontano e soprattuto che sono lontano dal mio Sole e Stelle e come tale devo fare ritorno. Non posso più continuare a ricoprire delle cariche che non sarei in grado di fare al meglio delle mie potenzialità con la soverchiante preoccupazione di non essere al fianco della stessa essenza della mia anima. Vi chiedo di essere mio portavoce e di esaudire quanto qui scritto.> detto ciò attende che lui le prenda.
    03.30 [Segretario del Re (Alto)] Leithian [Rector Ducati] [esterno alloggi dell'Aran] (si avvicina mentre il parirazza continua a scrivere e allunga la mano destra, vuota al contrario della sinistra impegnata a tenere la missiva di convocazione dell'Aran. Per qualche istante non parla, lo sguardo si muove alternativamente tra il suo re e le pergamene) mio... Aran... (mormora) ci lasciate? (non è così ovvio di solito nel parlare, ma è chiaro a chiunque sia elfo che quanto ha detto Hengalion lo ha sconvolto) voi siete la nostra guida dai tempi di Vassylion. Il Consiglio di Dor-Galadrym vi ha scelto per guidare i nostri popoli riuniti... (la sinistra lascia cadere la missiva ormai inutile e corre al ciondolo di Rubinia) muinthel Airin... capisco (e probabilmente Hengalion coglierà che la comprensione di Leithian è del tutto sincera, considerando l'affetto e l'amore che lo legano a Rubinia)
    03.35 [Aran degli Elfi] Hengalion [Presidente del Concilio delle razze] [Alloggi dell'Aran] Vorrei presentarvi quanto lì scritto in modo che non ne siate preso alla sprovvista prima di rispondervi. Ho reso il mio incarico di Aran a chi cicli fa me ne diede carico, ossia il Consiglio Elfico, così come il mio ruolo di Decano dello stesso. Ho chiesto al Concilio delle Razze di affidare i miei poteri a quella che per me fu un'amica, ossia la Regina Lilith del popolo delle fate e se ciò non fosse possibile all'Amrun Laenfield certo che la sua integrità e la sua correttezza gli permettano di svolgere tali incarichi fino a quando non sarà fatta una votazione formale per decidere il mio successore. L'unico mio desiderio al riguardo è che sia portata a termine la costruzione di Myth Eressea. Nel mio studio al Palazzo del Concilio <gli porge una chiave che teneva in tasca> ci sono tutti i progetti ed i plastici. Non ho fama di gloria ma gradirei che i popoli di queste Terre mi ricordino con stima ed affetto se possibile. Questo è quanto. <terminato di parlare si appresta a rispondere al dire di Leithian> Chiamatevi pure Muindor Hengalion ora <sorride verso di lui> con quanto appena fatto ho rinunciato formalmente al mio ruolo e non sono più il vostro Aran. Sono certo che il Consiglio Elfico deciderà per il meglio così come fece, spero, quando fu decisa la mia nomina. <fa una nuova pausa e concentra lo sguardo verso il ciondolo di Rubinia> Non posso più sopportare la lontananza da Airin, mi manca come agli alberi manca il refrigerio della pioggia ed il dolore è tale che non riesco più a pensare ad altro. Inoltre mi è stata da poco recapitata notizia circa il fatto che uno strano male magico stia minacciando Ithilgard ed io devo stare vicino a chi per me conta più di cariche, onori e mi porta a venir meno ai miei oneri.
    03.42 [Segretario del Re (Alto)] Leithian [Rector Ducati] [Alloggi dell'Aran] (non sa dove girarsi o guardare, per vari istanti non dice nulla) mio Ara... Muindor Hengalion, potete stare certo che tutti i Figli di Elynrien vi ricorderanno come la migliore delle guide possibili in questi cicli che sono passati. Il Consiglio ha davanti a sè una decisione difficile nel trovarvi un sostituto, la Santa Madre ci assista... (lui che di solito parla un elfico impeccabile in tutte le forme e le costruzioni, questa sera sembra essere un po' sconclusionato) il Concilio delle Razze... non so proprio come potrà funzionare senza di voi alla guida. Un peredhil o una fata alla sua guida? Non prevedo nulla di buono al riguardo (quasi smarrito, riporta gli occhi sul parirazza) muindor.. potrei chiedervi un ultimo favore?
    03.44 [Aran degli Elfi] Hengalion [Presidente del Concilio delle razze] [Alloggi dell'Aran] Posso solo sperare nei frutti di quanto da me seminato in questi anni con l'augurio che tutto vada per il meglio, se non fosse così sarà tutta colpa mia e non potrò che cercare di passare il resto del mio tempo sulle terre emerse nel tentativo di porvi rimedio. <quindi serenamente si volge verso Leithian> Se sarà in mio potere Muindor vi esaudirò volentieri. <detto ciò attende che l'elfo comunichi il suo desiderio>
    03.48 [Segretario del Re (Alto)] Leithian [Rector Ducati] [Alloggi dell'Aran] (scuote il capo) i frutti di quello che avete seminato non dipendono solo dal vostro operato, mio Ar... muindor. A prescindere da chi il Consiglio sceglierà, gli altri abitanti del Ducato spesso tendono a non vedere abbastanza in là nel tempo, privilegiando interessi immediati controproducenti. Sarà il tempo che ci mostrerà quanto la vostra saggezza abbia influito su quella degli altri governati del Ducato, ma di certo non sarà colpa vostra se decidessero di agire in modo errato (una pausa, il ciondolo viene sfiorato ancora una volta) muindor... potreste benedire la mia famiglia per un'ultima volta e pregare con noi la Santa Madre prima di partire per Ithilgard?
    03.53 [Aran degli Elfi] Hengalion [Presidente del Concilio delle razze] [Alloggi dell'Aran] Sarà comunque colpa mia di non essere stato in grado di istruirli a dovere <non permette a Leithian di sollevarlo da quel fardello che con ogni suo gesto è facilmente intuibile quanto gli sia gravoso> Auguriamoci che il futuro sia migliore ma i tempi d'oro della nostra razza sono conclusi ormai da tempo e per quanto noi possiamo desiderare il contrario questa è l'Era degli uomini e sono le loro decisioni le più importanti. <detto ciò un sorriso si fa strada sul suo volto alla richiesta di Leithian> Certamente Muindor. Sarà per me un onore se ritenete che io sia la persona più adatta per tale compito. Venite, vi faccio strada. <detto ciò torna nuovamente a vagliare con lo sguardo quelli che fino a poco fa furono i suoi alloggi ed ancora la malinconia sembra prenderlo prigioniero, un istante nulla più, quindi si dirige verso la porta e la apre in modo da permettere a Leithian di passare> Prego Muindor dopo di voi.
    03.58 [Segretario del Re (Alto)] Leithian [Rector Ducati] [Alloggi dell'Aran] (Hengalion potrà avvertire distintamente quanto Leithian non sia d'accordo su quanto ha detto per via dell'indignazione che per qualche istante prova) contatterò immediatamente muinthel Tathrenin e muinthel Cheryl e gli altri membri del Consiglio per decidere il da farsi (una pausa mentre segue Hengalion e passa la porta) non potrei immaginare una persona più adatta di voi, muindor (prosegue verso l'alloggio suo e di Rubinia e dei figli)
    Hengalion [Alloggi dell'Aran][Uscita] un ultimissimo mesto sorriso verso la vita che fu e poi lasciandosi tutto alle spalle per compiere quell'ultimo servizio ad un caro amico. Ithilgard lo aspetta e quei luoghi sono ormai il passato.

    Detto questo lascio queste info a voi signori.
    Ad un prossimo futuro.
     
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  3. Nevæ ~
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    Attualmente a quasi nessuno interessa rivangare il passato di quel che è stato fatto nelle precedenti gestioni.
    Tiriamo avanti con quello che c'è, con chi c'è etc. Il resto non ha attualmente molto rilievo.
     
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  4. Hengalion
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    La mia risposta era solo dovuta alla premessa e alla conclusione più che ai suoi contenuti.

    CITAZIONE
    Ho ritratto un sunto della Storia Elfica dalla nascita sino alla situazione attuale; qualora si vorrebbe aggiungere qualcosa o approfondire qualche passaggio ben venga, ma essendo collocato in un contesto storico giocato, trovo disdicevole cancellare e/o modificare la storia, poichè questo significherebbe cancellare/modificare anche il giocato dei personaggi e la cosa PROPONGO si evitasse ^-^

    CITAZIONE
    Ritornare un popolo solo
    Questa rovinosa caduta ha infine influito sulle sorti del popolo, segnate dalla catrastofe naturale (meteore) che colpendo la capitale ha raso al suolo il Palazzo di Dor-Galadrym dando così un profondo scossone agl`elfi costretti per la salvaguardia della razza a ritornare un`unico popolo seppur abbiano mantenuto le proprie origini. Tuttavia Solo i silvani sapendo reagire e assestare la preziosa razza elfica, hanno preso in mano le redini e la sorte di questo popolo; Estelrom decade. E rinasce la Corte Silvana che riunisce tutte le fazioni elfiche e le grandi famiglie sotto

    Oltre che un piccolo appunto sul fatto che nella bacheca ON di Terre l'uscita FORZATA del mio pg è stata presentata come un "tradimento" quando fui bellamente invitato ad andarmene per motivi OFF.

    tutto qua.

    Vi ho dato dei dati, voi fateci ciò che desiderate :sese:
     
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3 replies since 18/6/2015, 15:24   40 views
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